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Umidità e Muffe in casa e la qualità dell’aria negli ambienti confinati è un importante elemento per la salute dell’uomo, perché nel mondo occidentale le persone trascorrono la maggior parte del loro tempo all’interno degli edifici, nelle residenze, nelle scuole, nelle case di riposo, ospedali e altri ambienti.
Sono molti gli elementi che con la loro presenza determinano la qualità dell’aria, alcuni sono di natura fisica, altri sono composti chimici, che possono essere irritanti o tossici e un ultimo elemento è la presenza di microrganismi che svolgono il loro ciclo vitale negli ambienti confinati.
Questi possono indurre infezioni nell’uomo, reazioni allergiche o risultare tossici a causa del rilascio dei prodotti tossici.
L’inquinamento microbico coinvolge centinaia di specie di batteri e funghi che crescono all’interno degli ambienti quando vi sono particolari condizioni di umidità; l’esposizione a microrganismi o alle loro tossine è associata a malattie respiratorie, asma, allergie. Anche se il grado di suscettibilità all’azione di questi microrganismi è sostanzialmente diverso all’interno della popolazione, si pensi alle allergie, la strategia del miglioramento della qualità dell’aria interna passa attraverso il controllo di tutti i fattori e la bonifica di ogni tipo di rischio. Un elemento fondamentale per la crescita di alcuni di questi potenziali patogeni per l’uomo è la presenza di un’umidità eccessiva nell’aria degli ambienti confinati: nei bambini, circa il 13% delle asme croniche è associato ad un eccessiva umidità nelle abitazioni. La presenza di umidità interna varia fortemente da zona a zona, e in base alle condizioni climatiche. È stimato che l’eccessiva umidità interna affligge dal 10% al 50% degli edifici in Europa, Nord America, Australia, India e Giappone. Troppa umidità rende l’abitazione insalubre generando, in primis, problematiche riguardanti la salute, e problematiche inerenti i consumi energetici aumentandone così il fabbisogno a causa dell’eccessiva richiesta di riscaldamento degli ambienti troppo freddi. D’altro canto, l’eccessiva secchezza dell’aria è a sua volta fonte di malesseri e di abbassamento della qualità della vita, in quanto le cellule delle mucose (congiuntive, naso, gola e bocca) rischiano di perdere acqua nell’aria più secca, disdratarsi e morire, perdendo quindi la loro funzione di barriera ed esponendo i tessuti sottostanti.
Cosa e’ la muffa?
Muffa è un termine generale che racchiude vari tipi di ‘funghi’ microscopici (zigomiceti, ascomiceti, basidiomiceti e ‘funghi imperfetti’). Questi organismi proliferano esclusivamente in ambiente umido. In natura scompongono i vegetali e contribuiscono a formare l’humus. La loro capacità di riproduzione è incomparabile; come esperimento si potrebbe guardare un contenitore di compost dimenticato per qualche giorno: da spore invisibili, di diametro compreso tra 1 e 15 micron, ossia da 1 a 15 millesimi di millimetro, nello spazio di una notte si osserverebbe la formazione di uno strato di muffa liscia filamentosa e pelosa. Ma le prestazioni da record delle spore della muffa non finiscono qui. Sono organismi estremamente resistenti e dotati di un ottima attitudine al volo. Si lasciano trasportare per enormi distanze, sono arrivate persino nello spazio; quindi non dobbiamo sorprenderci che queste spore si trovino dappertutto, nel terreno, nell’aria, sia in campagna e sia in città. Le concentrazioni massime nell’aria esterna si registrano in estate e in autunno.
Quando si arieggia un locale, le spore di muffa entrano con l’aria esterna. In sé non è una cosa preoccupante ma lo diventa se le spore si depositano sui materiali umidi, trovando le condizioni per crescere e proliferare.
Negli ambienti interni possono esserci parti umide per vari motivi, per esempio può penetrare acqua dall’esterno dopo forti precipitazioni attraverso tetti difettosi o crepe nel muro, umidità che può risalire dal terreno, infiltrandosi all’interno dei muri o sulla loro superficie come se fosse ‘carta assorbente’, oppure la rottura di tubature può, in poco tempo, impregnare i muri di acqua. Oltre a queste cause evidenti è molto importante la sottile interazione tra l’umidità dell’aria e la temperatura alla superficie dei materiali. E’ noto a tutti l’esempio che una lattina di una bibita o una bottiglia di acqua si copre di goccioline appena la si toglie dal frigorifero.
L’aria
si raffredda a contatto con la superficie gelida della lattina e di conseguenza la sua umidità relativa aumenta fino a raggiungere il 100%, ossia il limite massimo. Da quel momento l’aria non è più capace di contenere altra acqua, che si condensa necessariamente sotto forma di goccioline sulla superficie della lattina. Esattamente la stessa cosa succede sulle pareti fredde; è un processo meno vistoso perché in un appartamento riscaldato le pareti non si raffreddano mai fino a temperature basse pari a quelle di un frigorifero. Se in questi punti permane a lungo un umidità eccessiva vi è da attendersi un problema di muffa.
Umidità e muffe in casa: conseguenze sulla salute
L’elevatissimo numero di specie di muffa e la numerosità delle sostanze che elaborano e che le costituiscono rendono impossibile individuare tutti i casi di patologia allergica dovuta queste. Il fenomeno allergico è di solito localizzato alla sede dove questa sostanza (non necessariamente tutto il corpo della muffa, ma magari una singola proteina) giunge a contatto col corpo. Di solito sono colpite le mucose per la mancanza di uno strato protettivo come si riscontra nella cute, i sintomi sono quelli di una irritazione in cui il sintomo prevalente è il prurito. Nelle mucose visibili come le congiuntive, si può notare anche il rossore. Un processo analogo può colpire le mucose nasali e l’intero albero respiratorio. I sintomi del tratto respiratorio distale sono però diversi: non più sensazione di prurito, ma l’infiammazione provoca un restringimento temporaneo delle vie respiratorie inferiori (ostruzione bronchiale) che ha come aspetto clinico la cosiddetta crisi asmatica. Anche la pelle può essere colpita, nei periodi più freddi dell’anno, da un eczema cutaneo definito dermatite atopica.
Appartamenti umidi
si riscontrano anche irritazioni non specifiche delle mucose degli occhi, del naso, della gola, come pure della pelle, che non hanno un’origine allergica. Se questi stati irritativi persistono, possono svilupparsi processi infiammatori a carico delle vie respiratorie superiori (sinusite), come pure di quelle inferiori (bronchite cronica o asma). Come causa entrano in gioco le muffe ma anche sostanze chimiche liberate da materiali edili umidi. Una volta risolto il problema dell’umidità spariscono anche le irritazioni, salvo nei casi in cui la loro origine sia diversa. Nei locali umidi possono sprigionarsi odori sgradevoli; la crescita di muffa e batteri, infatti, è accompagnata ben presto dal caratteristico odore di ‘muffa’, che si compone di un misto di terra, umidità e funghi avvertibile già in minime quantità e se questi odori vengano percepiti come sgradevoli o persino nocivi, possono causare la manifestazione di disturbi come insonnia, stanchezza, mal di testa e nausea. In numerosi studi è stato constatato che chi abita in appartamenti umidi soffre più spesso di malattie di raffreddamento rispetto ad altre persone. Le infezioni da muffe sono provocate da ceppi di “Aspergillus” (in particolare “Aspergillus Fumigatus”) e “Mucor” e anche da alcune muffe comuni dell’ambiente esterno (“Geotrichum”, “Fusarum” e ”Alternaria Alternata”), i quali possono causare infezioni nei pazienti a rischio che, per precauzione, devono evitare i locali umidi e, in particolare, l’esposizione durante i lavori di risanamento dalla muffa; nei materiali edili molto umidi infatti, oltre alle muffe, si moltiplicano alcune specie di batteri patogeni per l’uomo.
Misure volte a prevenire o ridurre l’umidità
Le azioni correttive funzionano, potendo così affrontare in modo appropriato il problema dell’umidità e della muffa; esse si possono raggruppare in n. 3 azioni principali per prevenire o ridurre l’umidità e di conseguenza limitare lo sviluppo di muffe, ricordando che senza acqua la muffa non sopravvive, e sono le seguenti.
Rilevare e localizzare la fonte del problema umidità
Quando appare la muffa il primo compito è quello di ricercare e stabilire da dove proviene l’umidità e quindi porsi la domanda quale è la causa. Le principali cause di eccessiva umidità all’interno delle abitazioni sono o la perdita di tubazioni, della abitazione stessa o di quelle attigue, o infiltrazioni di piogge attraverso il tetto, grondaie occluse o perdite dai pluviali, o l’aumento di umidità a causa di difetti costruttivi o, in caso di costruzioni di recente edificazione, può essere causata dalla presenza di acqua utilizzata durante le fasi di costruzione (esempio dall’intonaco) ed è in corso l’asciugatura dei materiali.
Rimozione della muffa
Dopo aver identificato e ridotto la fonte di umidità il passo successivo è quello di decidere se è possibile rimuovere la muffa dall’area interessata in modo autonomo senza avvalersi di un esperto o un professionista; se la formazione di muffa è dovuta alla “condensa”, la zona interessata è inferiore a 1 m2e non è causata da acque reflue o altre tipologie di acque, probabilmente, si possono seguire le linee guida di quelli elencati nei riferimenti internazionali, come, per esempio, le linee guida dell’ente di protezione ambientale americano (EPA). Se il lavoro di asportazione viene effettuato dall’occupante della abitazione, da solo, dovrà dotarsi di dispositivi di sicurezza e protezione personale onde evitare la respirazione di spore microscopiche delle muffe e la diffusione delle stesse all’interno dell’appartamento; quindi dotarsi di mascherina protettiva coprente il naso e la bocca, indossare occhiali di protezione per evitare che le spore possano venire in contatto con gli occhi, proteggere le mani indossando guanti di gomma preferibilmente lunghi. Bisogna prestare molta attenzione nel procedere alla disinfestazione chimica e l’uso di biocidi in quanto risultano tossici per gli occupanti dell’abitazione, non risolvendo all’origine la problematica, fornendo ulteriori rischi per la salute senza alcun beneficio. Qui di seguito si riporta una lista di controllo (checklist) che si potrebbe seguire per la rimozione dei materiali dalla zona contaminata:
– per eliminare e portare via vestiti ammuffiti, tende, tappeti, moquette utilizzare sacchi di plastica; considerare la sostituzione del materasso se ha l’odore caratteristico di muffa;
– con l’accortezza di sapere che il processo di pulizia rilascerà spore di muffa nell’aria, bisognerà aprire tutte le finestre, chiudendo la porta della stanza, per prevenire che le spore possano diffondersi alle altre parti dell’abitazione; lasciare aperte le finestre durante e dopo l’attività di pulizia;
– preparare un secchio di acqua aggiungendo del detergente, come, per esempio, del detersivo liquido o del sapone per il lavaggio a mano dei capi di abbigliamento e alcuni stracci da eliminare dopo il loro utilizzo;
– pulire con cura l’area interessata dalla presenza di muffa con lo straccio e il sapone e successivamente utilizzare un panno asciutto per pulire e rimuovere l’umidità in seguito al processo di pulizia;
– riporre gli stracci in un sacco di plastica per il loro smaltimento;
– a seguito delle operazioni di riduzione della muffa, tutte le superfici della stanza devono essere pulite accuratamente sia eliminando ogni traccia di umidità, sia aspirando con un aspirapolvere dotato di Filtro HEPA (High Efficiency Particulate Air), per la rimozione delle spore che si possono essere diffuse durante le operazioni di rimozione dalla parete della muffa.
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